giovedì 30 aprile 2020

Annibale

L'uomo che fece tremare Roma

Figlio del condottiero e generale Amilcare Barca, Annibale fu cresciuto in modo severo in una famiglia dedita al culto di Baal una divinità venerata nelle regioni del Nord Africa che prevedeva fra i suoi riti  sacrifici umani e prostituzione rituale.

Baal


La prima guerra Punica


In questo clima nasce Annibale nel 247 a.C. Cartagine aveva subito la sonfitta nella Prima guerra Punica a cui aveva attivamemte partecipato il padre Amilcare. In conseguenza della sconfitta Cartagine aveva dovuto cedere a Roma la Sicilia.

La voglia di rivincita dei Cartaginesi cresceva, ma la situazione finanziaria era disastrosa a ciò si aggiunse la perdita della Sardegna e della Corsica che pure passarono a Roma.
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Cartagine allora decise di invadere la Spagna per riscuotere nuovi tributi e proprio durante questa campagna bellica muore Amilcare, il padre di Annibale che annegò.

Ad Amilcare successe il genero Asdrubale che attuò una politica mite nei confronti di Roma, ma questo era solo un pretesto per riorganizzare esercito e finanze.

Asdrubale, però venne assassinato nel 221 a.C. e il potere passò proprio nelle mani di Annibale.


annibale

Il potere ad Annibale

Il giovane generale, valente tattico continuò nella sua espansione in Spagna. Roma cominciò a essere preoccupata e cercò di limitare l'ascesa cartaginese alleandosi con la città di Sagunto che annibale espugnò dopo otto mesi di assedio.

La pace tra Roma e e Cartagine era rotta.

Roma pensava di avere facilmente la meglio, ma non aveva fatto i conti con le capacità militare e con il genio di Annibale.

Annibale passa le Alpi


Il generale cartaginese, infatti escogitò un'impresa incredibile che 2000 anni dopo Napoleone Bonaparte imitò. Con il suo esercito, di cui facevano parte 37 elefanti, attraversò i Pirenei e le Alpi, e piombò dritto nella pianura padana. Roma fu sorpresa e  inviò le truppe di Publio Cornelio Scipione a contrastare Annibale, ma fu sconfitta.


Roma, allora pensò a riorganizzarsi utilizzando le truppe in Sicilia con a capo Tiberio Sempronio Longo a cui si aggiunsero le legioni del figlio di Publio Cornelio Scipione il famoso Scipione l'Africano.
Gli eserciti si affrontarono nella battaglia della Trebbia dove Annibale diede prova della sua enorme capacità tattica attaccando i Romani sui fianchi e impartendo loro una severa sconfitta con più di ventimila morti.

La battaglia del Trasimeno


Fu nominato comandante in capo dei Romani Gaio Flaminio.

Dopo una prima fase in cui Flaminio evitò lo scontro i due eserciti si affrontarono nei pressi del lago Trasimeno dove i Cartaginesi sconfissero ancora una volta i Romani e lo stesso Flaminio trovò la morte nello scontro.

Quinto Fabio Massimo, il "Temporeggiatore"

Roma cominciò ad avvertire il pericolo e diede il comando dell'esercito in qualità di dittatore a Quinto Fabio Massimo detto "il Temporeggiatore" nomignolo che gli fu affibbiato perchè cercò di fiaccare Annibale in una guerra di logoramento invece di affrontarlo in campo aperto.
Questa tattica dava i suoi frutti perché alle truppe di Annibale cominciarono a mancare i rifornimenti di vivere e di armi.

Annibale allora portò le sue truppe al Sud Italia saccheggiando tutto quello che poteva.
La tattica di Quinto Fabio Massimo pur essendo efficace portò scompiglio nelle fila romane desiderose di affrontare l'avversario in campo aperto.

La battaglia di Canne

battaglia di Canne

Per tali ragioni Quinto Fabio Massimo fu sostituito da Gaio Terenzio Varrone e Lucio Emilio Paolo.
La battaglia decisiva fu combattuta nei pressi di Canne e lì Annibale pur con un esercito meno numeroso diede prova del proprio genio militare sconfiggendo i Romani e impartendo loro dolorose perdite di uomini. Basti pensare che ottanta dei trecento senatori furono uccisi.

Il pericolo per Roma era ormai concreto,ma Annibale non riuscì a sfruttare la vittoria.
I Romani ripresero la tattica del logoramento e Annibale non riuscì più a mantenere coeso il suo esercito. Anche i suoi alleati comnciarono ad abbandonarlo. In patria poi il partito che voleva la fine della guarra si faceva sempre più numeroso.

Il ritorno a Cartagine

Annibale allora fece ritorno a Cartagine anche per parare la minaccia di Scipione l'Africano che aveva invaso il Nord Africa.
La battaglia di Zama, vinta da Scipione l'Africano mise fine alla seconda guerra punica.
Annibale perse il comando dell'esercito.

L'esilio e la morte di Annibale


Tradito dagli stessi Cartaginesi Annibale esiliò presso il re Antioco di Siria.
Successivamente Annibale girovagò fino a giungere alla corte del re Prusia di Bitinia.
Spinse il re contro Pergamo un alleato dei Romani e li sconfisse più volte fino a che l'intervento dei Romani non mise fine alla guerra.
Per timore di essere caturato Annibale si suicidò nel 182 a.C.
Muore così uno dei più grandi strateghi della Storia insieme a Napoleone Bonaparte

Le altre biografie



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