Sherlock Holmes e Nero Wolfe i miei due investigatori preferiti.
Nero Wolfe e
Sherlock Holmes
sono due dei personaggi polizieschi più iconici e amati della letteratura
poliziesca.
E' dalla fantasia e creatività di Sir Arthur Conan Doyle e
Rex Stout che hanno preso vita i personaggi rispettivamente di
Sherlock Holmes, l'allampanato consulente investigativo londinese e quello di
Nero Wolfe il corpulento investigatore operante a New York.
Entrambi sono stati creati all'inizio del XX secolo e sono diventati
pietre miliari culturali nel mondo della narrativa poliziesca. Sebbene possano
sembrare molto diversi in superficie, ci sono molti punti in comune tra questi
due personaggi iconici che li rendono entrambi popolari per sempre.
Sherlock Holmes non è perfetto.
Alterna tratti di genialità ad altri in cui mostra le sue debolezze umane ed
è questo che lo rende affascinante.
Le storie di cui è protagonista il consulente investigatore frutto del genio
di
Arthur Conan Doyle
non sono molto realistiche, hanno dei difetti evidenti. Esperti forensi hanno
più volte sottolineato alcune incongruenze ed inesattezze, malgrado ciò le
avventure di Holmes narrate dal fido amico Watson piacciono alla gente.
Lo schema narrativo
Le storie iniziano quasi sempre con una visita al
221b di Baker street e il lettore sa che Holmes prima che il possibile cliente possa riferire le
sue richieste riuscirà a tracciare un sorprendente e preciso quadro della
persona che ha davanti. E' questo è uno dei momenti più attesi dei
racconti di Doyle. Prima il lettore si sorprende dall'impressionante numero di
particolari svelati da Holmes e poi dalla spiegazione che Holmes puntualmente
fornisce. Tutto sembra scontato, ma solo Holmes ha la capacità di vedere oltre
le apparenze. E' la differenza tra guardare e osservare come spesso fa
presente a Watson.
Le deduzioni di Holmes
Sherlock Holmes è all'opera già dal momento in cui il cliente è seduto
di fronte a lui. Egli formula ipotesi, crea collegamenti, stabilisce un piano
d'azione. Egli analizza i dati, non scarta niente, nemmeno le ipotesi più
improbabile. Holmes mette tutto insieme per poi scartare e quando tutte le
altreipotesi decadono, quella che resta seppur improbabile non può
essere che la verità.
Una Londra grigia e tetra
Anche l'ambientazione delle storie di Sherlock Holmes contribuisce ad
accrescerne il fascino. Siamo in una Londra grigia e pioviggionosa. Holmes e
Watson rifugiati nel loro appartamento al 221b di Baher street coccolati dalla
signora Hudson e dal suo
immancabile te', restano in trepidante attesa di un cliente , di una storia
che possa risvegliarli dal loro torpore. Mentre , però Watson sa rilassarsi
nell'attesa, Holmes si dispera nell'inattività e cerca rifugio nelle droghe.
Anche i nemici di Holmes hanno il loro fascino dalla misteriosa
Irene Adler ai due più
importanti e intelligenti avversari
Dr. Moriarty e
il letale Capitano
Sebastian Moran
Quello che rende Sherlock Holmes sono le sue debolezze. Egli è umano ha
debolezze e difetti su cui indugia quando il suo cervello non è all’opera.;
subisce la noia, è un sociopatico, abusa di sostenze stupefacenti. Sono queste
anomalia in una personalità così geniale che lo rendono vicino e
simpatico.
Le caratteristiche di Holmes sono singolari:
E’ un bravo pugile
Usa il bastone come un’arma mortale
Conosce Londra e le sue strade alla perfezione
E’ l’unico consulente investigatore al mondo
Qual è l'investigatore che più somiglia a Holmes?
Geniale ed intelligente è anche
Hercule Poirot
l'arguto investigatore belga creato da
Agatha Christie. A differenza di Holmes, Poirot non fornisce indizi egli ama riunire i
protagonisti della vicenda alla fine per sfoggiare le sue conclusioni. Poirot
è poi supponente, anche un pò antipatico oltre e essere un insopportabile
vanesio. Le storie di Holmes, invece danno la possibilità l lettore di
tentare di seguire il filo del ragionamento di Sherlock che di tanto in tanto
fornisce qualche indizio.
Un altro investigatore molto simile a Holmes è
Nero Wolfe, il panciuto detective creato da
Rex Stout. Come Holmes, Wolfe è geniale nei suoi ragionamenti, sociopatico anche
più di Holmes, cerebrale tanto da non dare mai spazio alle emozioni. Come nei
racconti di Doyle il narratorre è un collaqboratore del detective. nel caso di
Wolfe è
Archie Goodwin
così come Watson lo fa nei racconti di Doyle.
La somiglianza tra i due investigaori ha proposto la suggestione molto
fantasiosa per cui Wolfe possa essere il nipote di Holmes essendo figlio del
fratello
Mycroft. I
puristi fans di Holmnes hanno trovato mille modi per smentire questa
fantasiosa, ma sugggestiva ipotesi letteraria.
Sherlock Holmes è in realtà ispirato da una persona reale!
E' lo stesso Sir Arthur Conan Doyle che afferma come il personaggio di
Sherlock Holmes sia stato ispirato da
Joseph Bell,
un chirurgo presso la Royal Infirmary di Edimburgo, che Doyle incontrò nel
1877 e per cui aveva lavorato come impiegato. Simile a Holmes, lo stesso Bell
era noto per essere in grado di effettuare delle precise deduzioni sulle
persone partendo da comuni osservazioni.
Un famoso esempio dell'abilità deduttiva di Bell può essere trovato
nell'autobiografia di Doyle. Un uomo una volta si fece avanti da Bell senza
alcuna presentazione. Bell ha dedotto quanto segue su di lui:
Bene, amico mio, hai prestato servizio nell'esercito... Non molto tempo
congedato... Un reggimento delle Highlands... Un sottufficiale... Di stanza
alle Barbados...
Ha spiegato il suo ragionamento come segue:
Vedete, signori, quell'uomo era un uomo rispettoso ma non si è tolto il
cappello. Non lo fanno nell'esercito, ma avrebbe imparato le usanze civili se
fosse stato congedato a lungo. Ha un'aria autoritaria ed è scozzese. Quanto
alle Barbados, i suoi sintomi sono dovuti all'elefantiasi, che è
tipica dell'India occidentale, non britannica, e i reggimenti scozzesi
si trovano attualmente in quella particolare isola.
Un ragionamento che sembra preso, pari pari da un racconto di Sherlock
Holmes.
In conclusione è difficile non amare Sherlock Holmes che paradossalmente era
invece odiato dal suo creatore, Conan Doyle, troppo preso dai suoi studi sullo
spiritualismo per continuare a scivere di Holmes. Holmes sopravvisse anche
alle intenzioni dello scrittore che in qualche modo lo dovette far resuscitare
dopo che lo aveva fatto morire per le proteste dei lettori e le richieste
degli editori.