sabato 15 novembre 2025

L'orribile morte di Edoardo il Plantageneto

Edoardo II: il Plantageneto e la morte più crudele della Storia

Poche figure medievali hanno subito una damnatio memoriae tanto feroce quanto Edoardo II d’Inghilterra. Re discusso, fragile, spesso incompreso, è ricordato soprattutto per la sua morte: una delle più raccapriccianti mai riportate dalle cronache. Ma cosa c’è di vero nella leggenda? Chi fu davvero Edoardo II, e perché la sua fine divenne simbolo di brutalità e tradimento?

Questo articolo ricostruisce la sua storia, andando oltre il mito del “rovente attizzatoio”, grazie alle più recenti ricerche accademiche e agli studi dedicati ai Plantageneti.

Le migliori fonti storiche digitali sul tema includono:
👉 Oxford Dictionary of National Biography: https://www.oxforddnb.com
👉 The English Historical Review (Oxford Academic): https://academic.oup.com/ehr
👉 Royal Historical Society: https://royalhistsoc.org


L’erede fragile di una dinastia feroce

I Plantageneti non erano una famiglia per animi miti: Enrico II, Riccardo Cuor di Leone, Giovanni Senzaterra… un susseguirsi di sovrani dalla volontà d’acciaio, cresciuti in un’epoca in cui la regalità si difendeva con la spada.

Edoardo II, nato nel 1284, fu diverso sin dall’infanzia: sensibile, impressionabile, più incline alla compagnia intima degli amici che alla disciplina militare. Gli storici, dalla Cambridge University Press
👉 https://www.cambridge.org/core/journals
sottolineano tuttavia che questa immagine non va letta come debolezza strutturale, ma come incompatibilità con il modello cavalleresco imposta dalla sua epoca.

Quando salì al trono nel 1307, alla morte del padre Edoardo I “Gamba Lunga”, Edoardo II ereditò un regno potente ma instabile.


Piers Gaveston: amicizia, amore o scandalo politico?

Uno dei punti più controversi della sua storia è il rapporto con Piers Gaveston, giovane nobile gascone, carismatico, audace e odiato da mezza nobiltà.

Il legame tra i due fu talmente stretto da scandalizzare i baroni inglesi.
È quasi certo, come confermano gli studi del medievalista Jeffrey Hamilton (King’s College London), che il rapporto fosse di natura affettiva, se non addirittura amorosa.

Edoardo ricoprì Gaveston di favori, titoli e privilegi. Era un gesto di affetto, ma anche un suicidio politico.
L’aristocrazia, già insofferente verso un sovrano percepito come anomalo, vide in Gaveston un usurpatore, un parassita.

Nel 1312 Gaveston venne catturato e giustiziato dai baroni.
Edoardo fu devastato.
La sua autorità, già scricchiolante, precipitò.


L’ascesa pericolosa dei Despenser

Dopo Gaveston, Edoardo si avvicinò a un’altra famiglia destinata a rovinargli il regno: i Despenser.
Hugh Despenser il Giovane divenne il nuovo favorito del re, potente, violento e politicamente spregiudicato.

Questa nuova dipendenza provocò una guerra civile aperta.

Le Cronache ci mostrano un regno allo sbando

Le principali testimonianze dell’epoca—come la Vita Edwardi Secundi, accessibile tramite la British Library
👉 https://www.bl.uk/manuscripts
descrivono un re manipolato da una corte corrotta e ostile al resto del Paese.

I baroni insorsero. Il Galles fu teatro di massacri, carestie e vendette politiche.

A complicare il tutto, entrò in scena la figura più inquietante della vicenda: Isabella di Francia, regina consorte.


Isabella di Francia: da “lupa di Francia” a regina ribelle

Isabella era figlia del re di Francia Filippo il Bello.
Elegante, ambiziosa, dotata di un’intelligenza politica formidabile, inizialmente sostenne il marito.

Ma i Despenser, accecati dall’avidità, umiliarono la regina, le sottrassero ricchezze, castelli e influenza.
Isabella non perdonò.

Durante una missione diplomatica in Francia (1325), Isabella si rifiutò di tornare in Inghilterra.
Si alleò con Roger Mortimer, uno dei più potenti e pericolosi Signori delle Marche, fuggito in esilio anni prima.

La loro relazione—sentimentale e strategica—diede vita a un’alleanza letale.

Quando la regina torna… ma con un esercito

Nel settembre 1326 Isabella e Mortimer sbarcarono in Inghilterra alla guida di un piccolo esercito di mercenari e baroni ribelli.

Le città si arresero, i nobili passarono dalla loro parte, il popolo festeggiò la caduta dei Despenser.

Edoardo II fuggì verso il Galles.
Era l’inizio della sua fine.


La cattura del re e la caduta dei Despenser

Edoardo fu catturato nel novembre 1326.

Qui la storia si fa cupa.

Hugh Despenser venne condotto a Hereford e giustiziato con modalità così crudeli che perfino le cronache medievali—non proprio sensibili—lo descrivono come un “trattamento esemplare”.

Edoardo fu deposto nel gennaio 1327, costretto a firmare l’abdicazione in favore del figlio quattordicenne, Edoardo III.

Da quel momento, non fu più un re.
Fu un prigioniero.


Il mistero della morte

Il 21 settembre 1327, Edoardo II morì nel castello di Berkeley.

Secondo la versione più famosa, riportata per la prima volta decenni dopo la sua morte, gli assassini avrebbero inserito un ferro rovente nel suo ano per ustionare gli organi interni senza lasciare segni esterni.

Una tortura atroce, simbolicamente legata alle accuse sulla sua sessualità.

Ma… è vera?

Gli storici moderni dicono: probabilmente no

Gli studi più autorevoli, tra cui quelli di Ian Mortimer (The Greatest Traitor) e dell’English Historical Review, smontano l’idea dell’attizzatoio.
La storia appare come propaganda politica creata in un’epoca in cui umiliare un re deposto era pratica comune.

All’epoca, molti monaci e cronisti erano ostili a Edoardo (o volevano compiacere i nuovi sovrani).
La morte “atroce” serviva a delegittimare definitivamente il re caduto.

La versione più accreditata oggi

Gli studiosi ritengono più probabile una morte per:

  • soffocamento

  • malattia

  • omicidio semplice (pugnale, strangolamento)

Il re era infatti considerato pericoloso finché vivo: Isabella e Mortimer non potevano rischiare complotti per liberarlo.

Teoria alternativa: Edoardo II non morì nel 1327

C'è un'ipotesi controversa ma accademicamente discussa: Edoardo non sarebbe morto a Berkeley.
Secondo documenti ritrovati negli archivi del Vaticano (Archivio Segreto Vaticano, studiati da Ian Mortimer), il re sarebbe fuggito e sarebbe vissuto in Italia come eremita.

Teoria fascinosa, non provata, ma sorprendentemente coerente con alcune lettere dell’epoca.


Edoardo III e la vendetta

Nel 1330, ormai sedicenne, Edoardo III orchestrò un colpo di mano: catturò Mortimer e lo fece giustiziare.
Isabella fu confinata a vita.

La memoria del padre venne “ripulita”, e il Parlamento riconobbe che Edoardo II era stato maltrattato ingiustamente.

Ma la sua reputazione restò macchiata per secoli.


Un re debole o un uomo nel posto sbagliato?

Oggi, la storiografia rivaluta profondamente Edoardo II.

Non fu un grande sovrano, ma fu un uomo complesso, vulnerabile, vittima di un sistema politico sanguinoso e di una corte violenta.

Non era adatto al trono, ma non meritava la fama di sovrano dissoluto e incapace.

Era un Plantageneto fuori dal suo tempo, ostaggio di un Medioevo spietato.


La morte più crudele della Storia… o una delle più crude menzogne della Storia?

La leggenda dell’attizzatoio è ancora oggi raccontata in libri, film, documentari.

Perché?
Perché è perfetta per il mito: un re debole, tradito, umiliato.
Un castello oscuro.
Una congiura di corte.
Una morte barbara e indimenticabile.

Ma la storia, quella vera, non ha bisogno di abbellimenti.

Edoardo II non morì per un attizzatoio:
morì di potere, tradimenti, ambizioni e ferocia politica.

E questa è, forse, la crudeltà più grande.



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