Chi era Marco Aurelio?
Marco Aurelio è stato uno dei più grandi imperatori romani noto
non solo per la sua attività di governo, ma anche per le sue doti letterarie e
filosofiche.
Marco Aurelio abbracciò la filosofia stoica e scrisse un
libro di
Pensieri
che oggi è molto in voga, apprezzato dalle correnti new age e dai seguaci
della crescita personale.
La filosofia stoica sembra essere un rimedio ai mali della vita, un buon
metodo per non farsi sopraffare dalle emozioni.
Come Imperatore
riuscì a parare i colpi delle tribù dei Parti e dovette affrontare gravi
carestie e pestilenze.
Primi anni di vita
Il giovane riceve una buona educazione come costume dei rampolli di famiglie importanti. Imparò il latino e il greco e si avvicinò alle correnti filosofiche stoiche.
L'avvicinarsi a una filosofia che elogiava l'accettazione delle vicissitudini della vita, il tenersi lontano dalle passioni, la capacità di estrema laboriosità e di autocontrollo furono decisive nella formazione culturale e intellettuale di Marco Aurelio.
Come divenne Imperatore
Veniamo, però alle vicende che lo portarono a diventatare Imperatore di Roma.
Gli imperatori romani era soliti scegliere in vita i loro successori. Adriano
adottò e designò come suo erede Tito Aurelio Antonino che divenne Imperatore
con il nome di
Antonino Pio.
A sua volta, dietro suggerimento di Adriano, Antonino Pio adottò Marco
Aurelio e lo designò come suo successore.
A questo punto l'educazione del
futuro Imperatore Marco Aurelio ebbe lo scopo di formare un valente leader
militare e di governo.
Così come aveva dimostrato in precedenza Marco
Aurelio si dimostrò allievo laborioso e diligente.
La vita politica
Dovendo diventare un giorno Imperatore, Marco Aurelio cominciò ad occupare cariche politiche minori, ma prestigiose per prepararsi a governare. Nel 140 divenne console e i suoi incarichi divennero sempre più estesi tanto da essere un valido e fedele consigliere dell'Imperatore Antonino Pio.
Marco Aurelio non smise per questo di studiare . Oltre alla filosofia che lo teneva ben impegnato, egli approfondì lo studio del diritto e cominciò a prepararsi anche in ambito militare.
Il legame con
Antonino Pio
si rafforzò poi nel momento in cui sposò la figlia dell'Imperatore, Faustina
da cui ebbe numerosi figli, anche se non molti sopravvissero ai primi anni di
vita.
Lucilla
e Commodo i più
famosi, anche grazie al fortunato film Holliwoodiano "
Il Gladiatore" di cui sono protagonisti.
Marco Aurelio Imperatore
Lucio Vero |
Nel 161 Antonino Pio morì e Marco Aurelio Antonino Augusto salì al potere.
In maniera sorprendente Marco Aurelio volle condividere il ruolo
di Imperatore con il fratello adottivo Lucio Vero (
Lucius Aurelius Verus Augustus) adduccendo come giustificazione che questo era il volere di Antonino Pio
La guerra contro i Parti
Marco Aurelio e Lucio Vero dovettero affrontare gravi crisi che minacciavano l'Impero. La prima delle quali fu il pericolo proveniente da est dei Parti. I due coreggenti dovettero affrontare un sforzo bellico poderoso. Fu Lucio Vero a recarsi in battaglia mentre Marco Aurelio restò a Roma.
La guerra fu particolarmente cruenta e impegnò oltre ogni modo gli eserciti romani che alla fine riuscirono a prevalere e a sventare la minaccia grazie anche al valore e alla perizia del generale Avidio Cassio.
Lo scoppio di un'epidemia
Marco Aurelio non dovette, però affrontare solo le insidie della guerra. A
Roma si sviluppò una epidemia che portò alla morte gran parte della
popolazione. Probabilmente furono proprio i soldati tornati dal fronte a
diffondere il virus mortale che per molti anni sferzò la popolazione
romana.
Oltre la malattia, anche una grave carestia colpì Roma e Marco
Aurelio, malgrado la sua popolarità dovette far fronte anche a questa nuova
sventura.
Le guerre contro le popolazioni germaniche
Le difficoltà per Marco Aurelio e Lucio Vero non erano terminate. dopo aver chiuso le ostilità con i Parti, un nuovo fronte si stava per aprire. Le popolazioni germaniche premevano ai confini dell'Impero e comincivano a saccheggiare alcuni insediamenti romani.
Questa volta entrambi gli Imperatori partirono alla volta della Germania per
affronatre l'invasore.
Marco Aurelio nel 169 si trovò da solo perchè
Lucio Vero morì.
Le guerre con le popolazioni germaniche furono sanguinose e lunghe. Marco Aurelio riuscì a conseguire buone vittorie, ma non a sconfiggere definitivamente il nemico.
La finta morte di Marco Aurelio
Un altro pericolo si avvicinava a Marco Aurelio. Si diffuse la notizia, falsa
della grave malattia di Marco Aurelio e della sua morte.
Questa notizia
solleticò le brame di potere di
Avidio Cassio
il generale romano che nel frattempo era governatore della Siria. Cassio si
mosse con le sue truppe alla volta di Roma per reclamare l'Impero.
Avidio Cassio
Marco Aurelio, allora dovette lasciare la Germania e marciare alla volta dell'oriente per ristabilire la sua autorità e per affrontare le legioni di Cassio. Lo scontro venne evitato perché quando si diffuse la notizia che Marco Aurelio era vivo furono gli stessi soldati di Cassio a uccidere il loro generale.
Dopo aver parato la minaccia di un colpo di Stato, Marco Aurelio tornò a combattere in Germania e nominò suo figlio Commodo coreggente nel 177.
La morte
La guerra contro le popolazioni germaniche cominciava a dare i frutti sperati e Marco Aurelio pensava addirittura di estendere i confini dell'Impero e di ricacciare più a Nord le popolazioni che assediavano le frontiere dei suoi possedimenti. Nel 180, però Marco Aurelio si ammalò e morì e suo figlio Commodo pose quasi subito fine alle ostilità contro le popolazioni germaniche.
La figura di Marco Aurelio è considerata centrale tra gli Imperatori di Roma. Benché il suo governo sia stato illuminato, il giudizio altamente positivo del suo operato è sicuramente accentuato anche dalla sua cultura e dalle sue propensioni filosofiche.
Un suo scritto " A se stesso " è oggi uno dei libri più letti e apprezzati.
Di seguito un passo dei Pensieri di Marco Aurelio
Al mattino comincia col dire a te stesso: incontrerò un indiscreto, un ingrato, un prepotente, un impostore, un invidioso, un individualista. Il loro comportamento deriva ogni volta dall'ignoranza di ciò che è bene e ciò che è male.
Quanto a me, poiché riflettendo sulla natura del bene e del male ho concluso che si tratta rispettivamente di ciò che è bello o brutto in senso morale, e, riflettendo sulla natura di chi sbaglia, ho concluso che si tratta di un mio
parente, non perché derivi dallo stesso sangue o dallo stesso seme, ma in quanto compartecipe dell'intelletto e di una particella divina, ebbene, io non posso ricevere danno da nessuno di essi, perché nessuno potrà coinvolgermi in turpitudini, e nemmeno posso adirarmi con un parente né odiarlo.
Infatti siamo nati per la collaborazione, come i piedi, le mani, le palpebre, i denti superiori e inferiori. Pertanto agire l'uno contro l'altro è contro natura: e adirarsi e respingere sdegnosamente qualcuno è agire contro di lui.
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