Il filosofo della teoria cosmogonica che andò incontro a una morte
inconsueta
Empedocle visse ad
Akragas, l'attuale
Agrigento ed è noto per la sua teoria cosmogonica che come Arkè, principio di
tutte le cose prevede i quattro elementi primordiali: Acqua, Aria, Terra e Fuoco che si uniscono con la forza dell'Amore e si separano con quella dell'odio.
Empedocle nell'antichità fu una figura quasi mitologica, in molti credevano
che avesse virtù divine, capace di fermare gli elementi naturali, di
guarigioni prodigiose, di fermare il male.
Empedocle proveniva da un'importante famiglia di Agrigento e anch'egli
partecipò attivamente alla vita politica della città. Fin dagli esordi sulla
scena politica la personalità di Empedocle si impose come quella di un uomo
saggio, sinceramente democratico, vicino alle classi più deboli.
Si schierò contro gli oligarchi che governavano la città e fu vicino, invece
alla fazione che prese il potere il cosiddetto
governo dei Mille.
Dopo di che, come spesso avveniva nel passato venne esiliato e si rifugiò nel
Pelopponeso.
Sempre dalle fonti a nostra disposizione che sono per lo più gli scritti di
Diogene Laerzio,
Empedocle abbracciò la filosofia pitagorica diventando discepolo del figlio di
Pitagora, Telauge.
Fautore di una teoria basata sulla reincarnazione, Empedocle si rifiutava di
fare sacrifici animali, proprio per non interrompere questa catena di
trasmigrazione delle anime.
Al di là di quelle che furono le sue speculazioni filosofiche, la fama di
Empedocle nell'antichità è tutta sulle due doti soprannaturali. Gli sono state
attribuite la capacità di fermare la vecchiaia, di avere il controllo completo
sui fenomeni atmosferici e di poter guarire dalle malattie.
Sembra che questo non fosse solo il parere dei suoi contemporanei, ma che lo
stesso Empedocle credesse di avere tali poteri. In pratica egli si comportava
come un essere divino e la gente gli dava credito.
La sua morte è tutta nello spirito di tale credenza.
Si narra che Empedocle, proprio per dimostrare la sua natura divina, si lanciò nel cratere dell'Etna che dopo poco tempo risputò fuori uno dei suoi sandali di bronzo.
Fonti: Diogene Laerzio e Orazio
Altre fonti parlano di un Empedocle assunto in cielo.
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Frasi di Empedocle
È una grande vergogna spargere il sangue e divorare le belle membra di animali ai quali è stata violentemente tolta la vita. Quando porrete fine a questa maledetta strage? Non vedete che vi divorate l'un l'altro per la folle dissennatezza dei vostri cuori?
Un tempo io fui già fanciullo e fanciulla, arbusto, uccello e muto pesce che salta fuori dal mare
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