Una nuova ipotesi sulla morte precoce di Alessandro Magno.
Aveva solo 32 anni quando Alessandro Magno morì in circostanze misteriose. Dodici giorni di febbre alta, spossatezza intensa che lo portò all'impossibilità persino di camminare , fino alla morte giunta dopo dodici giorni di agonia.
Molti studiosi, nel passato avevano avanzato l'ipotesi dell'avvelenamento, ma in pochi si spiegavano come fosse stata possibile un'agonia così lunga.
E' di questi giorni la pubblicazione di uno studio compiuto da un tossicologo neozelandese: Leo Schep.
La conclusione cui è giunto lo scienziato formula l'ipotesi che a uccidere il re macedone possa essere stata una pianta la Veratrum album, conosciuta dai Greci e utilizzata allo scopo di provocare il vomito in caso di indigestioni.
L'estratto della Veratrum sarebbe stato dato ad Alessandro sciolto nel vino, ciò avvalorerebbe le notizie storiche secondo cui il monarca cominciò a star male subito dopo aver bevuto una coppa di vino.
I sintomi che provoca la pianta incriminata si sovrapporrebbero esattamente alla descrizione fatta dagli storici degli ultimi giorni di Alessandro.
Ipotesi ardita? Probabilmente sì. Eventuali nemici di Alessandro avrebbero utilizzato metodi più sbrigativi e veleni dall'effetto più immediato.
D'altra parte non è la prima volta che viene attribuita al veleno la scomparsa di personafggi importanti, basti pensare alle ipotesi di avvelenamento da arsenico per Napoleone Bonaparte e quella di Polonio per Arafat.
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